«Nicolas Sarkozy promet un hôpital fermé pour les délinquants sexuels - Hôpital-prison, castration chimique, suppression des remises de peine pour les délinquants sexuels. Nicolas Sarkozy a annoncé, lundi 20 août, l'arsenal qu'il prévoit pour lutter contre les pédophiles récidivistes, "les prédateurs", comme il les a appelés à plusieurs reprises.»« Nicolas Sarkozy promette un carcere ospedale per i delinquenti sessuali - Ospedali-prigione, castrazione chimica, soppressione delle remissioni di pena per i delinquenti sessuali. Nicolas Sarkozy ha annunciato, lunedì 20 agosto, l'arsenale in costruzione per la lotta contro i pedofili recidivi, "i predatori", come egli li ha chiamati per maggiore rievocazione (...) ».
Sono queste le parole con cui il giornale francese Le Monde commenta le dichiarazioni del premier francese Sarkozy. Lungo tutto l'articolo l'autore si schiera in maniera decisamente critica e discorde rispetto alle opinioni del presidente Sarkozy, la stessa cosa fanno molte altre testate del mondo intero.
Tanto per cambiare, senza paura di essere una voce sola fuori dal coro, dirò la mia. Io penso che per la prima volta nella storia della criminologia giudiziaria si inizia a vedere il problema della pedofilia sotto un'altra luce. Chi sono codesti animali che chiamiamo pedofili? Io credo che sono innanzitutto uomini, che sono gravemente malati, che vanno protetti da loro stessi almeno quanto la società.
Non capisco in vero la posizione del giornale Le Monde, nell'articolo questo pare schierarsi a favore della dignità umana, ripudiando quindi il ricorso alle proposte di "Sarkozy il Chimico", tuttavia, mi chiedo se sia più giusto e dignitoso ignorare il tutto, archiviare velocemente la pratica pedofilia dando qualche aggiustatina alle leggi e alla severità delle pene previste, rificcando, come al solito, la testa sotto la sabbia, pur di non vedere, di non sentire, di non doversi impegnare a trovare soluzioni.
Demolendo un po' di informazione scadente e prendendo atto delle reali parole del premier francese scopriremo, infatti, che egli prevede che in questi Ospedali-Carcere i pedofili siano curati, fisicamente e soprattutto psicologicamente. Non è sufficiente, infatti, incarcerare un pedofilo, prima o poi questi potrebbe uscire e ricominciare, non perché incarnazione demoniaca umana, ma semplicemente in quanto persona malata non in grado di controllare le sue ripugnanti pulsioni.
La cosiddetta castrazione chimica, inoltre, non sarebbe, secondo la proposta di Sarkozy un'imposizione, ma, piuttosto, una possibilità offerta al condannato, forse, per certi casi, l'unica possibilità per poter sperare in una riabilitazione della persona.
Non sono certo a favore dei pedofili, io stesso provo profondo schifo al pensiero, io stesso, ovviamente, vengo colto dal sentimento di assoluta repulsione verso queste persone al limite dell'umanità, ma, se mi fermo a pensare per un po', ricordo che molto difficilmente tutto ciò è frutto del caso. Molto spesso questi pedofili sono i frutti nati dal seme della violenza domestica e dell'abuso sessuale in età infantile.
Se è giusto quindi che essi scontino la massima pena nei limiti dell'umana civiltà è anche vero che così come il carcere non restituirà la vita o non toglierà i traumi alle loro vittime, è anche vero che, oltre che una misura restrittiva per la sicurezza della società, questa può anche diventare anche qualcosa di costruttivo.
Sono d'accordo con il presidente Sarkozy e con la necessità di curare, oltre che eliminare dalla circolazione, i pedofili. Ciò non lede, ovviamente, la possibilità, penso giusta, di negare gli sconti di pena a questa categoria di carcerati così come quella di aumentare le pene previste e la loro durezza. Tutto ovviamente escludendo, almeno a mio parere, la pena di morte, poiché questa è una pena troppo definitiva e inconcludente per potersi dire degna di uno stato civile fatto di uomini, che tali sono e che pertanto non hanno ancora acquisito il diritto di sostituirsi a Dio. Lascio concludere il mio pensiero alle parole di Cesare Beccaria:
«Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio.»
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