Un volo di gabbiano sul mare dell'oblio...

Ecco cos'è questo spazio di memoria. Non è altro che il tentativo di un volo, come gabbiani inesperti, nella vana speranza di vincere il tempo. Qui, come innocenti pennuti, si abbandonano al vento di tempesta i pensieri e le memorie, in uno spazio senza indirizzo, verso un interlocutore all'infinito, in questo campo di volo, col rischio di bagnarsi le ali, nel tentativo di sfuggire per un istante ai flutti dell'oblio che vorace divora l'esistenza dell'uomo.

2008-01-16

Don Paolo Gentiloni, ministro ma non troppo

«C’era una volta un paesino chiamato Brescello. (…) Sempre diversi ma sempre uguali il parroco Don Camillo e il sindaco Peppone, i fieri capi delle due opposte fazioni. Brescello, visto da destra è il paese di Don Camillo, visto da sinistra è il paese di Peppone. Visto dall’alto è un paese dove gli avversari si battono duramente, ma senza diventare nemici e la voce della coscienza ha sempre l’ultima parola… »
Con queste parole l'abile penna di Giovannino Guareschi descriveva l'Italia del lontano dopo-guerra degli anni '50. Era un'Italia in costante ricostruzione, l'Italia degli scontri politici e di abilissimi duelli dialettici, l'Italia dei piccoli ricatti e dei soliti sotterfugi. L'Italia era in fondo piccolo paesino formato da tanti piccoli paesini dove il Peppone e il Don Camillo di turno non cessavano mai di fomentare la lite, ma dove, sempre fedeli al reciproco rispetto, si finiva sempre per arrotolarsi le maniche e lavorare, insieme, per ricostruire quell'Italia.

Chissà cosa scriverebbe oggi Guareschi se avesse modo di sbirciare, per qualche istante, la situazione politica e sociale di questa Italia del secondo millennio. Chissà se, forse, Duvivier non preferirebbe altri attori forse più capaci dei mitici Fernandel e Gino Cervi, per interpretare lo scenario politico odierno.

Probabilmente no, non sarebbero stati reputati capaci di ricalcare in maniera altrettanto naturale i tratti meschini e vergognosi della politica Italiana, o meglio, della partitica oligarchica che detiene un potere assolutamente antidemocratico.

Non credo che i giganti della storia, questi enormi e dignitosi colossi sulle cui spalle poggiamo per merito degli uomini che ci hanno preceduto, si asterrebbero dal pronunciare il più duro giudizio sui nostri tempi. Penso sarebbe altissima la critica che essi muoverebbero alla nostra Repubblica prêt-à-porter, esattamente come gli abiti preconfezionati in negozio, la quale, però, di preconfezionato ha le liste dei candidati eletti, le liste dei partiti, degli emendamenti da fare, delle spese e delle tasse da imporre ed, infine, l'immutabile lista degli scempi da compiere indipendentemente da chi sia al potere in una finta competizione che mai riguarda la rotta riducendosi, meramente, all'elezione (spesso dubbia) di un timoniere.

Uno solo, forse, è il tratto caratteristico che può legare le storie raccontateci dal Guareschi alle vicende Italiane recenti. Infatti, nei bellissimi film e nei romanzi dell'autore, alla fine sempre si riusciva a mettersi d'accordo, a lavorare insieme a perseguire uno scopo unico per il bene del paese o dell'Italia. Ebbene anche oggi accade qualcosa di simile, solo che la classe partitocratica e oligarca che detiene il potere in Italia non si mette d'accordo alla fine, essa si è migliorata a tal punto da sapersi mettere d'accordo all'inizio, prima ancora che spuntino i problemi da affrontare.

Un sistema che riesce a far ciò è forse fra i più efficienti mai pensabili e progettabili da mente umana. Peccato, fattosi tristemente cronaca quotidiana, quando tale accordo a priori piuttosto che per risolvere i problemi agli Italiani serva per crearne sempre di nuovi.

L'ultimo, fra i tanti, si chiama Vi-Max. Il Vi-Max è una tecnologia di radiotelecomunicazione a banda larga, capace di garantire qualità del segnale entro un raggio di oltre 50 Km dal posizionamento dell'antenna, superando così, di fatto, le prestazioni dell'attuale UMTS e, data la maggior facilità e il minor costo per garantire copertura nazionale, in grado di superare l'ormai tanto discusso digital divide. Il digital divide è per inciso quel losco fantasma che accompagna lo sviluppo tecnologico di una nazione quando diverse parti di questa hanno una differente velocità di sviluppo, provocando così il restare indietro di alcune parti del territorio nazionale rispetto ad altre, svantaggiando quindi gli abitanti meno fortunati che si trovano, spesso, privati di servizi sempre più indispensabili.

Ovviamente, non c'è bisogno nemmeno di parlarne, tutti noi ci possiamo facilmente immaginare come tali tecnologie saranno affidate a concorrenti della tecnologia UMTS esistente, appunto per assicurarsi che tale tecnologia sia sfruttata davvero e sappiamo anche che il nostro ministro per le telecomunicazioni si farà garante di ciò in prima persona... E INVECE NO! Con innocente stupore, veramente degno della penna del Guareschi, scopriamo che accade tutto il contrario. Ci stupiamo, improvvisamente, venendo a conoscenza delle riunioni svoltesi tra il ministero suddetto e le maggiori compagnie telefoniche italiane, proprio quelle che detengono tutti i diritti sull'uso e sullo sviluppo della tecnologia UMTS ossia Telecom, Vodafone, Wind ed H3G (i gestore dei famosi videofonini 3).

Il ministro Paolo Gentiloni ha infine stabilito come basa della gara d'asta 45 milioni di euro, una base effettivamente bassa, e che sarebbe giustamente stabilita per facilitare nuove società emergenti altrimenti impossibilitate a priori a prendere parte a questo ramo del marketing delle telecomunicazioni. Ma che senso ha se le più ricche società vi partecipano potendo così giocare al rialzo per tutto il tempo necessario al fine di eliminare ogni concorrenza?

Possiamo credere che le società che detengono la gestione dell'UMTS faciliteranno lo sviluppo e la diffusione di una tecnologia che va assolutamente a svantaggio dell'UMTS e che inevitabilmente, dati i bassi costi di impianto e gestione, costerebbe di meno anche all'utente finale facendo ingrassare di meno le già grassissime società di capitale citate?

Dopo aver scritto, così come molti altri, una lettera al ministro per invitarlo a riflettere su tali eventualità e per chiedere caldamente il divieto di partecipazione per conflitto di interessi delle suddette società, ecco cosa mi è stato risposto:
Buongiorno

in merito alle osservazioni sulla tecnologia WI-Max e sui criteri da adottare in ambito di assegnazione delle frequenze, sottolineiamo che i criteri sono stati dettati dall' Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, proprio allo scopo di garantire la pluralita' degli operatori. Questo Ministero, in sede di gara di assegnazione si atterra' scrupolosamente a quei criteri di garanzia.

Cordiali saluti

Urp del Ministero delle comunicazioni
mg
Criteri di Garanzia, appunto, per garantire l'immutabilità dello status quo, per far si che le quattro vacche grasse continuino ad ingrassare a dismisura succhiando impunemente il sangue degli italiani mediante le tariffe più alte d'Europa e, spesso, del pianeta. Che tali criteri forniscano in realtà l'unica garanzia di incentivare, così facendo, lo scadere della qualità delle telecomunicazioni in Italia, la quale è già al di sotto della media Europea.

Tutti voi miei cari lettori sapete quanto io possa essere pessimista, mi scuserete quindi se credo che il martelletto del banditore dell'asta per la tecnologia Vi-Max oltre che colpire la proverbiale base in legno, nel momento in cui dichiarerà vinta l'asta, colpirà anche lo sciacquone che decreterà la definitiva buttata nel cesso di tale tecnologia in Italia.

Mi rammarico per tale miopia e distrazione del nostro ministro delle telecomunicazioni, mi rammarico anche di non potermene meravigliare, infatti non è la prima volta che questi si dimostra fin troppo distratto, come ad esempio quando si accorse, di colpo in televisione davanti a milioni di italiani, di non aver letto bene la legge bavaglio che imporrebbe a coloro che svolgono privatamente opera di informazione, fra ci tutti noi blogger, di registrarsi ad uno specifico albo pagando ovviamente la salatissima tassa. Sebbene sia stata fatta eccezione per i blogger resta l'arbitrarietà di dichiarare un sito internet come spazio di informazione o meno.

Insomma non posso nascondere la mia delusione, ma non posso manifestare sorpresa alcuna, posso soltanto unirmi a quanti altri vogliono combattere questa situazione ed impedire che una possibilità importante come il Vi-Max faccia la fine che fanno tutti i grossi e buoni progetti di questa Italia ormai tanto lontana dai sani principi di quel Brescello di Peppone e Don Camillo. E così come ci rallegriamo nel vedere le vicende divertenti creati dai comportamenti del distratto Senatore Peppone e del focoso Don Camillo Monsignore, ma non troppo, così, ahimé, dobbiamo fare i conti con la nostra classe politica spesso costituita da altrettanto distratti senatori e deputati e da qualche tale emerito onorevole come ad esempio il nostro Don Paolo Gentiloni: ministro ma non troppo.
«La tecnologia... è una cosa curiosa. Ti dà grandi doni in una mano, e ti pugnala alle spalle con l'altra.» (C. P. Snow)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.